SMARTPHONE RITIRATO PER UN MESE

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Questa la proposta dell’Associazione Amici della Polizia Stradale: ritirare per un mese il cellulare a chi causa incidenti per via dell’uso alla guida

La voglia irrefrenabile di essere connessi “H24” allo smartphone per non perdere nemmeno una notifica o un feed, può costare molto caro.

Infatti a causa di questo atteggiamento alla guida gli incidenti nel nostro paese sono tornati a crescere.

Il 30% dei sinistri stradali è causato dalla distrazione alla guida dovuta all’utilizzo dello smartphone.

Ben 35.000 incidenti nel 2017.

La crescente miglioria delle condizioni stradali, delle segnaletiche e della progettazione della circolazione insieme ad una maggiore responsabilità alla guida negli ultimi 10 anni avevano portato ad una significativa riduzione degli incidenti stradali.

Purtroppo a causa della tecnologia mobile invece la tendenza statistica sta di nuovo aumentando.

Il dibattito è molto acceso, anche sul piano legislativo.

E’ scesa in campo l’Asaps (Associazione Amici della Polizia Stradale) che lancia la proposta di integrare anche il ritiro del dispositivo mobile per un mese.

Questo si noti in aggiunta alle regole già previste: la sanzione prevista dal Codice della Strada va da 161 a 646 euro di multa, più la perdita di 5 punti sulla patente. Solo in caso di recidiva entro due anni scatta la sospensione della patente da uno a tre mesi.

Parallelamente si stanno attivando delle altre iniziative.

In Friuli Venezia Giulia è all’attivo la seguente sperimentazione: in caso di incidenti stradali la Polizia può controllare tutti i dispositivi elettronici in uso al conducente, dal cellulare al tablet, per verificare se siano stati usati appena prima e se abbiano contribuito all’incidente stesso, provocandolo in qualche modo.

In caso affermativo si procede seduta stante anche al ritiro della patente.

Per approfondimenti si veda la direttiva numero 4414 del 26 giugno 2018, emanata dalla Procura di Pordenone, su ordine della Procura generale di Trieste.

Il medesimo principio di verifica è stato adottato anche dalla Polizia Municipale di Ravenna.

Quali altri sistemi di controllo si potranno identificare?

Il politecnico di Torino sta sperimentando uno studio che consente di verificare se l’incidente sia accaduto a causa dell’utilizzo di un dispositivo mobile, incrociando i dati di utilizzo del device con la scatola nera della macchina.

La tecnologia in soccorso del tempo trascorso in auto

Da un lato si potrebbero pensare a misure simili a queste già avviate in America: grazie ad una funzionalità sugli smartphone è possibile bloccare la ricezione di sms, whatsapp e telefonate se l’auto è in movimento, mentre il tutto si sblocca quando l’auto è ferma.

Dall’altro, l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale potrà venire in soccorso anche al guidatore tramite, ad esempio, l’evoluzione di servizi auto come Android Auto e Car Play (iOS), oggi sempre più installati di serie dai principali produttori di autoveicoli.

Queste tecnologie, seppur ad oggi abbiano delle funzionalità limitate, in futuro con l’ausilio degli assistenti virtuali potranno diventare dei veri e propri copiloti, che ci aiuteranno a gestire anche le comunicazioni (telefonate e messaggi), senza bisogno di togliere le mani dal volante.

Queste trattazioni aprono dei retroscena molto interessanti.

Uno su tutti la gestione assicurativa del veicolo.

E’ noto che queste tecnologie per poterci indicare ad esempio il percorso da effettuare (es. Google Maps o Apple Maps), ricavano costantemente informazioni sulla nostra posizione, velocità di andatura, modalità di guida (ingresso in rotatoria, stop ai semafori, etc.).

Chiaramente se queste informazioni potessero essere messe a disposizione delle compagnie assicurative si potrebbero immaginare scenari come questo: che il prezzo del premio assicurativo sia calcolato anche in base al giudizio su come siamo bravi e rispettosi delle regole al volante.

Tema davvero interessante, da approfondire.

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